Dipingere la filosofia: Jean Guitton alla Collezione Paolo VI

Dal 26 gennaio al 9 marzo a Concesio la mostra dedicata alle opere pittoriche dell’accademico francese che indagano il rapporto tra arte e religione e tra pittura e filosofia a vent’anni dalla sua scomparsa.

 

Dopo le mostre dedicate, a inizio 2017, a Trento Longaretti e, nei primi mesi del 2018, a Ettore Calvelli, a inaugurare la stagione 2019 – il 26 gennaio prossimo alle ore 17,00 – saranno le opere del filosofo-artista Jean Guitton, protagonista di primo piano della cultura cattolica del Novecento e figura particolarmente legata a Papa Paolo VI e al suo Segretario Mons. Pasquale Macchi, con la mostra “Dipingere la filosofia”.

“Ogni anno la Collezione propone in apertura di stagione la mostra di un artista “storico” particolarmente legato a Papa Montini – commenta Paolo Sacchini direttore della Collezione Paolo VI – arte contemporanea  che valorizzi il messaggio di apertura nei confronti dell’arte contemporanea che è stato promosso dalla Chiesa postconciliare, specialmente per iniziativa del Santo Papa Paolo VI. Quest’anno protagonista sarà Jean Guitton”

La scelta di Guitton vuole rendere omaggio al grande pensatore francese a vent’anni dalla sua morte (1901-1999). Il filosofo-pittore si è infatti interessato alle questioni della convergenza tra fede e ragione e della conciliazione del pensiero cristiano con la modernità, trovando in questo un terreno di condivisione intellettuale ed umana con Papa Montini tanto da essere invitato come relatore, proprio da Paolo VI, nelle fasi conclusive del Concilio Vaticano II. Un lavoro che Guitton ha portato avanti attraverso i suoi scritti ma anche con le sue opere pittoriche, considerati da lui come due strumenti paralleli di indagine della realtà: «se accosto la scrittura e la pittura e le considero due modi imperfetti di esprimere il mistero delle cose- scriveva il filosofo-pittore nella suaautobiografia – a conti fatti tendo a preferire i colori alle parole. Infatti i colori non hanno passato; piacciono per se stessi; non sono né segni né simboli. E questo mi ha sempre dato la sensazione riposante di essere affrancato dalle parole, che alzano uno schermo fra me e le cose, mentre con i colori ritrovo l’immediatezza».

La mostra, curata da Paolo Sacchini e Marisa Paderni, è composta da cinquanta opere (sono oltre 200 in totale quelle in possesso della Collezione) che dal 1991, anno della dalla mostra bresciana Jean Guitton pittore: una vocazione segreta curata da Cecilia De Carli, non vengono presentate al pubblico se non in rari casi e singolarmente.

L’esposizione è divisa in tre sezioni anticipate da un autoritratto di Guitton, e completata dalla presenza di diversi suoi scritti: volumi selezionati tra quelli a suo tempo appartenuti in prima persona a Papa Paolo VI, oggi conservati presso la Biblioteca dell’Istituto Paolo VI di Concesio.

La prima sezione della mostra è dedicata ai Ritratti e si compone di venti volti di personaggi storici, letterari e biblici: dal Don Quichote a Paul Claudel, da Pascal a Maurice Zundel a cui seguono le figure di alcuni personaggi dell’Antico e del Nuovo Testamento come Judas Iscariote, dell’apostolo Philippe e ancora di Cristo e di Dio Padre.

La seconda invece comprende una serie di dipinti dedicati alla storia sacra: la Visitation, che rappresenta la partenza di Maria per visitare la cugina Elisabetta, il Sermon sur la Montagne, che presenta il paesaggio del Discorso della Montagna. Diversi lavori sono dedicati all’Ultima Cena così come alla flagellazione di Cristo. Anche se l’episodio che compare con maggiore frequenza nei dipinti guittoniani della Collezione Paolo VI è quello dellaResurrezione, raffigurata dall’artista in una forma tendente all’astrazione).

Infine la terza e ultima sezione della mostra presenta il rapporto profondo che Guitton ha coltivato con Papa Paolo VI, nonché con il suo Segretario Mons. Pasquale Macchi. Un’amicizia iniziata quando Paolo VI – all’epoca stretto collaboratore di Pio XII presso la Segreteria di Stato vaticana – si era speso personalmente per salvare dall’inserimento nell’Indice dei libri proibiti il saggio guittoniano dedicato a La Vergine Maria.  Ci sono alcuni dipinti dedicati alle varie sessioni del Concilio Vaticano II, splendide opere dedicate a Mons. Macchi e anche Le Pape et les poissons rouges à Castelgandolfo, opera esposta nella Collezione permanente, che mostra il Papa ritratto in un insolito momento di svago al di fuori del rigido protocollo.

 

La mostra J. Guitton (1901 – 1999). Dipingere la Filosofia sarà visitabile fino al 9 marzo e sarà aperta al pubblico dal martedì al venerdì dalle ore 9 alle 12 e dalle 15 alle 17; il sabato dalle ore 14 alle 19; domenica e lunedì chiuso.Biglietto unico d’ingresso: € 2,00